| I conti di deputati e senatori
Indennità, diaria,
rimborsi? Cosa sono queste voci?
Sono le voci dello stipendio dei nostri
rappresentanti al governo. Facciamo quattro conti
nello loro tasche, per vedere come i soldi che
escono dalle nostre tasche finiscono nelle
loro...
mercoledì 3 maggio 2006,
di
Tano Rizza - 4577 letture
È fatta, la democrazia ha eletto i rappresentanti del popolo. Dopo due giorni intensi di votazioni, annullamento delle votazioni, ripetizioni delle votazioni, si è arrivati a definire i presidenti delle camere: Bertinotti alla Camera e Marini al Senato.
Con loro sono stati eletti 500 parlamentari e 252 senatori. Ma di questo si è ampiamente discusso, e si sono versati fiumi d’inchiostro. Quello di cui non si parla mai, quello che passa sotto silenzio, invece, riguarda gli stipendi di questi onorevoli deputati e senatori, eletti da noi gratis, ma che nelle poltrone del potere siedono comodamente, percependo benefit di tutto rispetto. Ma, facciamo quattro conti nelle tasche dei neosenatori e neoparlamentari, vediamo, effettivamente quello che esce dalle nostre tasche e finisce nelle loro. Partiamo dai parlamentari (quelli che siedono alla Camera dei Deputati). Percepiscono tre diverse forme d’entrata: indennità, diaria, e rimborso spese. L’indennità parlamentare( lo stipendio) è erogata in dodici mensilità ognuna da 5.419,46 euro al netto delle ritenute previdenziali (€ 749,79) e assistenziali (€ 503,59) della quota contributiva per l’assegno vitalizio (€ 962,42) e della ritenuta fiscale (€ 3.555,63).
Secondo tassello è la Diaria che consiste nelle
agevolazioni per soggiornare a Roma. Sono
4.003,11 euro al mese. Per ogni assenza del
deputato da quelle sedute dell’Assemblea in cui
si svolgono votazioni, che avvengono con il
procedimento elettronico, sono detratte 206,58
euro. Per essere considerati presenti basta
essere presenti ad almeno il 30% delle votazioni
della giornata. Terzo capitolo, rimborso spese
inerenti al rapporto deputato-elettori. Per
questa voce sono sborsate ad ogni singolo
deputato 4.190 euro, versati tramite il gruppo
parlamentare d’appartenenza, ogni mese.
Ma i deputati devono pur arrivare in parlamento. E come? Con ogni mezzo, sono tutti gratuiti per loro. Usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, aerea e marittima su tutto il territorio nazionale. Ma non finisce qui. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. E se devono uscire dai confini nazionali? Non c’è problema, se devono andare all’estero per ragioni inerenti alla loro attività parlamentare, possono richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un limite massimo annuo di 3.100,00 euro. E per telefonare? Nei loro benefit sono previsti 3.098,74 euro (al mese) per le spese telefoniche, il telefonino, però lo devono comprare loro. Poi, sono previste una serie d’agevolazioni per i parlamentari che si avviano a fine carriera: assistenza sanitaria, assegno di fine mandato, assegno vitalizio.
Passiamo a fare i conti nelle tasche dei senatori, sono 252. Anche per loro sono previste le stesse tre voci d’entrata che spettano ai loro colleghi deputati: indennità, diaria e rimborso spese.
L’indennità è corrisposta per 12 mensilità.
L’importo mensile è pari ora a 5.419,46 euro
(prima del "taglio" della finanziaria 2006 era
pari a 5.941,91 euro), al netto della ritenuta
fiscale (€ 3.555,63), nonché delle quote
contributive per l’assegno vitalizio (€ 962,42),
per l’assegno di solidarietà (€ 749,79) e per
l’assistenza sanitaria (€ 503,59). La diaria
corrisponde a 4.003,11 euro mensili, e valgono
le stesse quote di presenza dei deputati(il 30%
delle sedute giornaliere). Altri 4.678,36 euro,
al mese, sono date al senatore per affrontare le
spese relative alla retribuzione dei propri
collaboratori e per altre spese inerenti il suo
lavoro. Capitolo rimborso spese: per il traffico
telefonico hanno a disposizione 4.150 euro al
mese. I trasporti, come per i deputati, sono
tutti gratuiti.
UN DEPUTATO PERCEPISCE AL NETTO, MENSILMENTE, CIRCA 15.200€, AL LORDO 21.900€. UN SENATORE CIRCA 600€ IN PIU’ AL MESE. PURTROPPO, NON GODONO DI TREDICESIMA. MA CIO’ E’ SOLO UNA PICCOLA PARTE DI QUANTO ARRAFFANO: INFATTI OGNUNO FA PARTE DI UNA QUALCHE COMMISSIONE, E HA QUALCHE CARICA IN PIU’, TANTO DA ARRIVARE A PERCEPIRE TRANQUILLAMENTE OLTRE 500.000€ ALL’ANNO. ECCO IL PERCHE’ DELLA CORSA AL GOVERNO: NON PER IL BENE DEL PAESE, MA PER IL PROPRIO.
FONTI MEGLIO INFORMATI PRECISANO:
Al netto sono in effetti circa 15.000€, ai quali però normalmente vanno sottratti i 4100 € di rimborso spese elettorali (se le tiene il partito) e altri 2000 che i partiti pretendono mensilmente tra sezioni regionali e provinciali. Fanno dunque 8000 €. Da questi vanno sottratti non meno di 2000 € mensili per vitto e alloggio (un miniappartamento nei pressi di montecitorio non costa meno di 1500€). Per il telefono i 3000 € sono per tutto l’anno, e per quel tipo di lavoro non sono abbondanti. Ne restano insomma 6000. Se si considera che molti (non tutti, è chiaro) di coloro che vengono candidati sono liberi professionisti che fuori dal parlamento guadagnano mediamente di più, che alcune professioni sono incompatibili con le cariche parlamentari e comunque mancherebbe il tempo di tener su entrambe, e che alcuni (non tutti è chiaro) alla sera preferirebbero tornare a casa dalla propria famiglia piuttosto che andare in albergo o in appartamento, per quanto belli, da soli, certe facili considerazioni si stemperano alquanto. Saluti