Treni, navi, aerei e caselli
gratis
I viaggi della Casta ci costano 17 milioni
Lavoro o vacanza non fa differenza. Gli spostamenti degli onorevoli sulla rete nazionale sono sempre gratuiti. Ma gli italiani pagano anche i chilometri dei deputati non più in carica: 900mila euro l’anno
Tecnicamente
funziona così: il parlamentare mostra la propria tessera e sono poi le compagnie
aeree, ferroviarie o marittime a far arrivare il conto alla Camera di
appartenenza. Lo stesso avviene per i pedaggi autostradali. L'onorevole di turno
dispone di un apparecchio telepass e di una viacard e il conto arriva al
Parlamento. Un privilegio che costa alle casse pubbliche circa 17 milioni di
euro ogni anno. Camera e Senato sono alle prese in questi giorni a cercare una
qualche voce di risparmio. Tra diarie, appalti e bonus si è anche pensato di
dare una sforbiciata ai viaggi di deputati e senatori. Come? Puntando sulla loro
buona volontà
di Eduardo Di Blasi
SPARITE COLLANE, CAPPOTTI E
IPAD. A MONTECITORIO SI RUBA DI TUTTO
SALTATE PER DECRETO, LE AUTO
BLU TORNANO CON UN BANDO
I viaggi (gratis) della Casta ci costano 17 milioni
I trasporti dei parlamentari costano agli italiani 17 milioni di euro ogni anno. Viaggiano a sbafo anche gli ex deputati
Camera
e
Senato
sono impegnati, in questi giorni, a vedere dove si possa operare una qualche
risparmio.Tra
diaria,
appalti e
bonus,
si è pensato di dare una sforbiciata anche ai viaggi di deputati e senatori,
puntando sulla buona volontà di questi.
Ogni onorevole, oggi, può viaggiare gratuitamente sul territorio nazionale, che
prenda
aereo,
nave
o
treno.
Non paga i
pedaggi
autostradali, e riceve, alla Camera, un ulteriore rimborso per percorrere la
distanza da casa all’aeroporto
più vicino e dallo scalo di
Fiumicino
a
Montecitorio
(la cifrà è di 3. 323, 70 euro a trimestre che diventano 3. 995, 10 se
l’aeroporto dista più di cento chilometri da casa).
Al Senato non esiste una voce unica, ma è previsto un
rimborso forfettario
di 1. 650 euro al mese che va a sostituire quei bonus che un tempo erano le
“spese accessorie di viaggio” e le “ricariche telefoniche”. I viaggi dei
parlamentari sulla rete nazionale sono sempre gratuiti, che l’onorevole sia in
viaggio per lavoro o che parta per le vacanze. Sui trasporti, i Questori della
Camera ritengono di poter risparmiare nell’anno a venire la bellezza di un
milione di euro. I senatori questori, invece, la consistente cifra di mezzo
milione di euro.
Come? Invitando i parlamentari a spendere meno. Facile, ma come si fa? Nel
bilancio della Camera 2010 le “Spese di trasporto” ammontano a 11. 605. 000
euro, così divisi: 8. 180. 000 per viaggi aerei, 1. 650. 000 per i treni, 600.
000 per i pedaggi autostradali, 200. 000 per
autonoleggio.
Altri 15.000, infine sono stati investiti alla voce “altre spese di trasporto”.
La Camera, a differenza del Senato, separa nel proprio bilancio la spesa di
trasporto dei deputati eletti all’estero. È una cifra considerevole: far
arrivare in Parlamento i 12 onorevoli dai cinque continenti costa in un anno la
bellezza di 950. 000 euro (anche perchè, prima che l’ufficio di presidenza
suggerisse di tirare la cinghia, gli eletti all’estero prediligevano la classe
business per il lungo tragitto).
Ma i cittadini italiani non pagano solo i viaggi sul territorio nazionale ai
deputati in carica.
Montecitorio
spende circa 900mila euro l’anno per far viaggiare gratis gli
ex
deputati.
Non dovunque, però. Chi è stato eletto almeno una volta alla Camera può
beneficiare di dieci voli aerei gratis ogni anno e della possibilità di
viaggiare in treno su
Intercity
e
Regionali,
ma non sui
Frecciarossa.
Per il 2010 Palazzo Madama ha speso 1. 300. 000 euro per il trasporto degli ex
senatori contro una previsione iniziale di 1. 900. 000. Trasportare invece i
senatori in carica è costata alle casse del Senato 5. 810. 000 euro contro una
previsione iniziale di 5. 220. 000.
Più o meno quello che è stato risparmiato dagli ex senatori è stato speso in
viaggio da quelli in carica. Tecnicamente funziona così: il parlamentare mostra
la propria tessera e sono poi le compagnie aeree, ferroviarie o marittime a far
arrivare il conto alla Camera di appartenenza. Lo stesso avviene per i pedaggi
autostradali. Il parlamentare dispone di un apparecchio telepass e di una
viacard: il conto arriva al Parlamento.
Ma cosa succede nel resto d’Europa?
Una situazione simile a quella italiana si può riscontrare solo in
Belgio.
In
Germania
è gratuita la circolazione ferroviaria; per i voli interni, però, si possono
chiedere rimborsi motivati. La
Francia
ha un sistema misto: il deputato dispone di un abbonamento ferroviario, di 40
voli andata e ritorno dal collegio dal quale proviene e di altri 6 viaggi
(sempre a / r) fuori da quello. In Spagna il meccanismo è legato alla diaria: i
viaggi all’interno del territorio nazionale consentono di ottenere una diaria di
120 euro al giorno. Per quelli all’estero la dia-ria sale a 150 euro. L’Olanda
paga ai propri deputati il viaggio in treno in prima classe. Se non esistono
mezzi pubblici l’onorevole ha un rimborso per l’utilizzo dell’auto propria di 0,
37 euro per ogni chilometro percorso. In caso esistano mezzi pubblici il
rimborso è assai più misero: 0, 9 euro a chilometro. In
Austria,
infine, gli onorevoli dispongono di un piccolo forfait di 489 euro al mese che
però viene ricompreso nella voce omnicomprensiva delle “spese di rappresentanza”.